Posse, la macchina Hip hop sbarca in Italia

“Batti il tuo tempo per fottere il potere”. Era un messaggio forte e chiaro
quello che l’Onda Rossa Posse trasmise nei circuiti sotterranei durante
l’estate del 1990. Il primo disco della formazione romana “Batti il tuo
tempo” fu’ la miccia che innesco’ un processo destinato a mutare i contorni
della musica italiana a venire. Gia’ dalla copertina del vinile le
immagini davano un segno inequivocabile : un microfono ,il pugno chiuso ,la
bandiera rossa ,una pantera. Dentro : basi “rubate ” al rap afroamericano e
retorica della sovversione. Era il manifesto programmatico di cio’ che
fomentava nel perimetro antagonista del Forte Prenestino,il principale centro
sociale occupato della capitale. E’ stato il matrimonio tra le serate del
Forte a base di Sound System battezzate Notti della Tortuga e un programma rap
sulle frequenze di Radio Onda Rossa , a far maturare l’idea che si potesse
creare nuova musica dal “basso” Un vocabolo inedito entrava cosi’ nel
lessico giovanile nazionale : POSSE, ossia “squadra “o “drappello “secondo il
dizionario. Il rap trattandosi di musica “parlata ” che cioe’ nella parola ha
la propria stessa ragione d’essere,ha i versi delle canzoni non piu’ elementi
ornamentali ,ma soggetti principali delle stesse.

Partiamo proprio da Bologna dove in pieno centro in questo scantinato a due
piani il ritmo del rap comincio’ a pulsare nelle serate chiamate Ghetto
Blaster: happening senza fine animati da DJ ,rappers e graffitisti.
L’isola Posse nat a appunto dall ‘ esperienza dell ‘isola nel cantiere era un
gruppo il cui  denominatore comune era l’interesse per la cultura Hip Hop.
Non e’ stato facile per degli amanti dei ritmi afroamericani trovare spazio in
un CSOA. E’ stata una lotta ,un processo di educazione e scambio culturale con
gli altri occupanti ,piu’ avvezzi a sonorita’ tardo-punk.     Il rap e il
ragamuffin hanno attecchito   nei centri sociali in tutta Italia quando gruppi
come Public Enemy e NWA hanno dimostrato che si trattava di roba “vera” . Il
rischio a quel punto era di rivedere un film gia’ visto ai tempi del Punk ,
quando certe strutture utilizzavano la musica come una scimmietta da mettere
sul palco per attirare l’attenzione della gente sulle proprie iniziative.Ora
per non fossilizzare la scena su tematiche  politicamente radicali era
importante fare un rap che parlasse di qualsiasi cosa ,altrimenti il rischio
era che ci  si poteva dividere ,anziche’ rimanere uniti.