Cosmonave Mercury rev



Con la cosmonave Mercury Rev, il rock psichedelico riemerge dallo spazio profondo dopo vent’anni di viaggio, questa volta però nel freddo stato di New York, non nell’assolata California. Viaggiano su un relitto rugginoso, distanti dal luccichio futurista della techno e dal grunge dell’inizio dei ’90. Però rappresentano benissimo, loro che vengono da una città ormai periferica, Buffalo, l’America, società distante dalla nostra, con i suoi bagliori, i suoi segni solari di benessere e di felicità. L’America che nasconde, nelle viscere, un lato oscuro: diverso, freddo, colmo di dubbi e, anche, contraddizioni forti. Essere America significa essere entrambe le cose: stare nel limbo tra questi due mondi di luce e ombra. Molte sono le manifestazioni culturali che testimoniano questa duplicità irrisolta: musicalmente parlando, questo elemento è assolutamente visibile. Soffermarsi su sonorità e atmosfere che restituiscono questo lato riflessivo sull’identità più frivola del sogno americano è possibile con i Mercury Rev. Un viaggio che ci porta con i sensi ad approfondire questo animo meno conformista e meno mainstream di un Paese su cui – utopicamente – splende sempre il sole.