Fantastic Beastie boys


I Beastie Boys hanno rappresentato la sub-cultura giovanile di New York dal di fuori le mura fondamentanti dell’hip-hop. Al momento dell’esplosione dal Bronx, una band di bianchi ragazzi ebrei afferrò l’essenza culturale della rabbia hip-hop e la tradusse per la parte più bianca dei giovani. Hanno dimostrato non solo era hip-hop più grande del Boogie-Down, ma più grande di musica nera. Dalla loro apertura punk ‘Pollywog Stew’ fino al punk-rock-rap melting pot di Paul’s boutique, i Beastie Boys hanno sfondato e rimodellato i confini della cultura popolare in tutto il mondo e hanno incarnato la metamorfosi bastarda della confraternità hip-hop. Sfruttavano la strumentazione dal vivo, mescolando quasi ogni elemento di un genere ormai istituzionale, finalizzandoli al loro stile, aggiungendo fin dal principio riff pesanti presi dagli AC / DC a flussi samba-funk e jazz afro-cubano. Con questo hanno trionfato immensamente e fino ad oggi sono celebrato come uno dei gruppi innovativi più importanti del genere con la longevità paragonabile a quella dei propri Rolling Stones del rock …

Possiamo allargare questo atteggiamento musicale di commistione di stimoli variegati a un più generale recupero culturale di aspetti e contenuti valoriali che erano stati esclusi in precedenza. Possiamo fare riferimento alla trasvalutazione ossia alla necessità di recuperare quegli aspetti della vita che erano stati mortificati dall’epurazione compiuta da tutte quelle dottrine che costringevano la vita entro argini ben definiti. La trasvalutazione di tutti i valori è allora la loro reinterpretazione e rivivificazione, in tutte le loro espressioni molteplici.
Dall’ambito filosofico a quello artistico la strada è breve: benvenute le contaminazioni, di genere, di stile, all’insegna della libertà. Decidere la legittimità o meno di questi accostamenti non ha senso. Selezionare, approvare o disapprovare, accettare o considerare inaccettabile, tutto questo, ce lo ricorda Nietzsche, è piuttosto da evitare: significa costringere la vita entro i valori, limitarla rigidamente negli argini del conformismo, della negazione, della restrizione.