La tecnologia rende tutto più fruibile…eccetto i Pussy Galore!

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…ormai si era al fondo del barile, il barile del rock s’intende ma anche l’hardcore stava finendo il carburante. Dieci anni prima il punk aveva demolito tutto e riportato alle radici un suono che era diventato via via sempre più colto e raffinato ma poi? New wave, No wave, Hardcore a succedersi, per ripartire dalle ceneri del punk e diventare cenere a loro volta. Ci voleva un laureando in semiotica, Jon Spencer, per dare ulteriore impulso alla musica, ripartendo dal blues degli Stones, uno dei codici più abusati e riconoscibili, ma suonandolo appositamente male e registrandolo peggio. Smuovere le acque atteggiandosi ad idioti nichilisti, risultava repellente a molti che già faticavano ad accettare i rimbrotti di altri newyorkesi più colti come Swans e Sonic Youth..PG_1396005675_crop_550x431

Quando i Pussy Galore si formarono, a metà anni ’80, una moltitudine di band retro-garage riempiva i locali americani, riportando gli spettatori ad un estetica da Happy Days. Perchè un’operazione di destrutturazione del genere? Che senso aveva? Ecco, non aveva alcun senso ed esprimeva il mood di quegli anni, la perdita di senso e prima ancora di finalità di una società superficiale e materialista. A questo punto cercare per forza di cosa un futuro era perfettamente inutile, tanto valeva disseppellire il vecchio rock, per suonarlo con un primitivismo da cavernicoli piuttosto che da “garagisti” alla Cramps.  Il risultato era disturbante, chiunque fosse cresciuto nei settanta avrebbe avuto un moto di repulsione per uno stupro del genere fatto alle sonorità della sua giovinezza ma anche molti giovani adulti ebbero lo stesso rigetto, un moto simile a quello che scatenarono gli Stones con il loro atteggiamento volutamente antisociale nei ’60.
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Tanto per rendere l’idea, nelle note stampe di “Dial M for motherfucker” Spencer esclamava: “I Pussy Galore Accessibili grazie alla nuova tecnologia? Accessibile il mio culo!” C’e` una corrente della musica occidentale che era passata per Howlin’ Wolf, Rolling Stones, Captain Beefheart, Stooges, Einsturzende Neubaten, Cramps, Sonic Youth. Quella corrente ricevette un impulso enorme dall’animalesco e analfabeta sub-rock dei Pussy Galore. Spencer disassembla e de-semantizza il rock and roll privando il genere di tutti i suoi segni convenzionali e ricostruendo una sintassi basata unicamente sui suoni illegali della sua storia, ovvero sui suoi codici piu’ eversivi. Il suo vizio pornografico, da vecchio scellerato, conferisce inoltre un tono satanico alle armonie cosi’ detonate.

Non si trattava più di decadentismo alla lord Byron, l’altezza del trampolino da cui lanciarsi era ormai ridicola, anzi era sparita pure la piscina privata da rockstar. Da dove potevano cadere quattro loser provinciali? Potevano solo sperare di avere un minimo di successo senza neanche più fingere ingenuamente di averlo ottenuto per caso. Per ottenere questo obiettivo, come altre band noise dell’epoca, Sonic Youth in primis, l’attacco a quel che rimaneva del rock, mainstream o underground non faceva differenza, doveva essere totale. Riuscirono anche ad inimicarsi la comunità hardcore di Washington DC ostentando (volutamente) il loro odio per Ian MacKaye e compagnia. L’approccio nichilista e antisociale dei Pussy Galore si scontrava frontalmente con lo spirito costruttivo  dell’etica DIY che faticava sempre più a legittimarsi verso la fine degli ’80…