NOFX, screwball punk



Questa è la storia di una punkband di giovani squilibrati che  suonava musica a malapena ascoltabile per un pubblico minuscolo prima di raffinare il sound ed inserire negli show battute da screwball comedy/imitazioni dei cartoni animati. Una volta che la band ha trovato la sua voce, i NOFX hanno contribuito a definire il suono dell’esplosione punk anni novanta e messo in piedi un vigoroso spettacolo che continua fino ad oggi.

Trema sistema, arrivano i NOFX, i muri non si buttano giù a demolizione forzata, ma si fanno piccole crepe e poi l’opera, anche se resta ferma, ha già prodotto criticità.

Irriverenza, ribaltamento di valori, critica, rabbia: questi alcuni degli elementi che consentono di esprimere ai NOFX la loro prospettiva rovesciata rispetto a un mondo che ha già deciso dove andare.
Questi i temi caldi che forniscono l’identità a una sottocultura punk che, sferrando la sua ardente critica, cerca di fare breccia tendendo verso una sensibilità agli ambiti sociali più bisognosi di attenzione.
Un ascolto che non può lasciare indifferenti, che chiede una partecipazione e lo fa con convinzione e con spessore musicale.
Se n’era accorto anche Giuliano Ferrara, o chi per lui, sul Foglio!
Hanno nel loro piccolo codificato le caratteristiche salienti di un genere – hardcore punk melodico, pop ma non troppo, testi semplici ma che sono in grado di farti ridere dicendo cose importanti – e lo hanno fatto amare a gran parte dei ragazzi dell’occidente civilizzato (ma credo anche a molti ragazzi del resto del mondo, anche se non ne sono poi così sicuro) senza nemmeno passare attraverso l’universo major discografiche e l’universo Mtv.