La violenza implosa di Fausto Rossi

…i tuoi testi parlano spesso di violenza…vivo a Milano, come potrebbero non parlarne… Fausto Rossi, Faust’O fino a questo 1992, è un cantautore che ha attraversato 35 anni di musica italiana passando di etichetta in etichetta, da uno stile all’altro, rimanendo se stesso anche in questo “Cambiano le cose”.


Nel frattempo si era passati dalla Milano da pere di fine anni ’70, a quella da bere a tangentopoli. L’asfalto continuava a sciogliersi cotto i copertoni delle onnipresenti automobili, i palazzi rimanevano grigi di cemento e di smog, duomo compreso. Faust’O aveva esordito nel 1978, ci si svegliava alla mattina, si ascoltava il giornale radio per ascoltare chi avevano sparato, si veniva fermati e perquisiti per aver scavalcato un muro di cinta e in edicola usciva “Il male” con le finte prime pagine dei pricipali quotidiani con Tognazzi capo delle Brigate Rosse…

il_male_tognazziPoteva capitare che l’edicolante si spaventasse se a chiedergli Il Male fosse un barbuto avvolto in un eskimo d’ordinanza, a quel punto era opportuno acquistarne due copie, tanto per rassicurarlo… Anche un album come Suicidio poteva avere singoli che finivano nei juke box assieme a quelli di Alan Sorrenti. Poi sarebbero arrivati gli ’80, il playback, le insegne luminose del Campari in piazza Duomo, i paninari e la musica di plastica. Faust’O finì all’arena di Verona seduto sul pianoforte a mangiare una mela, con la sua canzone che andava, il playback appunto. Il successo di pubblico iniziale era ormai passato, non era tipo da mandarle a bere anche se l’avvento della tecnologia non l’aveva lasciato indifferente, anzi. Agli inizi dei ’90 si chiude in casa, impara i programmi di composizione audio come MAX e crea in solitudine un nuovo album. L’esperienza collettiva e creativa della scrittura di un disco era un retaggio di un epoca. I temi, mal digeriti fin dal principio, come l’aborto, il suicidio, l’alienazione, addirittura la pedofilia erano rimasti ma era sparito o quasi il pubblico disposto ad ascoltarli. Si era passati dal Male a Panorama con le top model desnude in copertina fino a Cuore con Craxi ammanettato in prima pagina, i muri di cinta erano ormai ricoperti dai writer, non più da scritte politiche, le cose erano cambiate. La violenza dalle strade era tornata nelle fabbriche, poi erano sparite anche le fabbriche e la violenza si era riversata nella comunicazione patinata di cui Milano era la capitale. Fausto Rossi, a questo punto, decise di rarefare le parole e di implodere i suoni…

Un ringraziamento particolare all’ospite di questa puntata, Joyello Triolo, autore di un libro su Fausto Rossi: Dentro questi specchi.

http://edizionicrac.blogspot.com/2014/10/joyello-triolo-dentro-questi-specchi.html