Nuova zelanda DIY



Può accadere che una trasmissione di repertorio come This is not an exit sia influenzata dal presente. Nel nostro caso da un aspetto comico di un evento tragico. Qualche settimana addietro, un cittadino di Fidenza chiamò i carabinieri allarmato alla vista di una fantomatica bandiera dell’ISIS appesa al terrazzo di un vicino. La notizia finì sui principali quotidiani come un notevole caso di paranoia, i militari controllarono e trovarono la bandiera…della Nuova Zelanda… Il padrone di casa appese la bandiera in onore di Jonah Lomu, morto il giorno prima. Chi era Jonah Lomu? Probabilmente il rugbysta più famoso di tutti i tempi, almeno per i non addetti ai lavori, grazie al quale il rugby divenne uno sport mediatizzato e globale. A metà anni ’90 divenne un fenomeno mediatico, era un aborigeno, un fenomeno della natura per potenza fisica e ricalcava il modello d’integrazione dei cestisti di colore nel basket professionistico americano. Come effetto secondario, anche la Nuova Zelanda acquisì una visibilità insospettabile. Una sorte simile ebbero anche musicisti che fino agli ’80 erano rimasti confinati nell’isola ma verso la fine del decennio grazie ad una piccola etichetta locale, la Flying nun, cominciarono a farsi conoscere in europa e negli states.

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All’indomani del punk, erano sorte molte etichette discografiche indipendenti, soprattutto ad Auckland, per esempio la Ripper. La maggior parte di loro non durò a lungo, ma Flying Nun Records è ancora in giro oggi. Flying Nun Records è stata la prima “indie” neozelandese, nata nel 1981 da Roger Pastore, il proprietario di un negozio di dischi  e appassionato di musica di Christchurch, con l’idea di rilasciare band locali che altrimenti non sarebbero mai state ingaggiate da chicchessia. Inizialmente Roger pubblicava principalmente bande dell’Isola del Sud, da Christchurch e Dunedin. C’erano pochi (se mai siano esistiti) studi di registrazione professionali nella South Island, all’epoca, quindi molte prime release FN furono registrate su un TEAC quattro piste reel-to-reel, tra cui primi due EP del Clean (“Boodle Boodle Boodle “e” grandi suoni Grande “, e la” Dunedin Double “, un doppio EP di quattro bande Dunedin (i brividi, la Verlaines, Sentimenti Sneaky e le pietre), che ha dato origine al termine” la Dunedin Sound “.

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Qual è stato il Dunedin Sound? Molti dei musicisti coinvolti negano la sua esistenza, ma agli osservatori esterni, le prime uscite FN aveva un suono distintivo, che è solo in parte attribuibile alle tecniche di registrazione. Quel “suono” è tipicamente caratterizzato dall’uso di droni o stridenti chitarre, voci indistinte e le quantità spesso copiose di riverbero. Il dilettantismo Punk fu una grande influenza, ma le band di  Dunedin a mancavano dell’aggressività punk, e favorivano, almeno in teoria, un approccio più “pop”. Molti membri della band avevano grandi raccolte di dischi, e i suoni che hanno favorito la tendenza erano quelli più antichi (oltre punk) in particolare il  60s pop bianco e rock, dai Beatles e Dylan ai Velvet Underground, i Byrds e i suoni più psichedelici, tipo primi Pink Floyd, “Pet Sounds” dei Beach Boys e “Nuggets” in stile “garage punk” (The Stooges).

Il primo singolo, chiamato “Boodle Boodle Boodle” ad avere successo commerciale (raggiungendo il numero cinque e spese sei mesi nelle classifiche, alla fine guadagnando un “disco d’oro” – 5000 copie), è stato importante per redditività della Flying nun. La Nuova Zelanda è un piccolo mercato in cui 2000 copie  rappresentavano una buona vendita, e un sostanziale “mercato di esportazione» era ancora lontano nel futuro.

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Da questo humus uscirono personaggi geniali come Peter Jefferies, ovvero: dell’essere sempre fuori sincrono con il resto del mondo. Andò così negli ’80 con il post-punk della band fondata a metà con il fratello Graeme, This Kind of Punishment, che dopo tre album propriamente detti tra l’84 e l’87 vide crescere la propria fama di culto quando si sciolse. Graeme si trasferì in UK, mentre Peter preferì rimanere nella natia Nuova Zelanda a insegnare musica. Non smise però mai di coltivare una propria strada musicale, un percorso originale fatto di collaborazioni con tutti quelli che contavano nella terra dei kiwi e una discografia che si è interrotta nel 2001 dopo sette dischi propriamente detti.