Entombed,il lato oscuro dell’utopia svedese



Gli Entombed ci lasciano guardare la Svezia con un disincanto che ci illumina. Situazioni di disagio dove si era fatta avanti una magnifica utopia socialdemocratica, messa al macero con un atto simbolico (uno che vale per tutti): l’assassinio di Olof Palme, segretario del Partito Socialdemocratico (1969-1986) e primo ministro svedese (1969-1976), assassinato nel 1986. Palme poteva avere moltissimi nemici: molto esposto sul piano internazionale per la sua opposizione alla guerra in Vietnam, all’apartheid e alla proliferazione di armi nucleari, è stato un modello per la sinistra mondiale durante l’intera guerra fredda. Nel bene o nel male, una pietra di paragone, visto che nel dibattito sulla “terza via al socialismo” le socialdemocrazie scandinave rappresentavano, in contrapposizione all’Urss e ai paesi del Comecon, i primi due termini di un’equazione mai risolta. Una netta inversione di rotta che volge la Svezia a considerare il suo lato oscuro, le sue ombre sociali che si manifestano sullo sfondo. Questo clima inquieto e dirompente, con la sua efficacia depressiva, riesce a emergere pienamente con gli Entombed, una sferzata di gelo, uno schiaffo all’utopia.

Nicke (batterista degli Entombed): “Una notte, appena pochi mesi prima la nascita della band, i miei genitori erano venuti a svegliarmi perché era stato ucciso il Primo ministro. Era uno in gamba, per questo l’hanno ammazzato come un cane, con un colpo di pistola alla schiena. Il movente era semplice e brutale, non esisteva un complotto politico, eppure l’omicidio era senza dubbio politico; la possibilità di una cospirazione interna alla polizia rischiava di depistare le indagini, eppure è da lì che la revisione del caso era naturalmente destinata a ripartire; un complotto internazionale era sicuramente possibile, a causa dell’esposizione mondiale della vittima, e al tempo stesso non risulta credibile che anni di indagini, anche raffazzonate, in questa direzione non abbiano portato a nulla. Il fallimento di vent’anni d’inchieste simboleggiano il crollo della società dov’ero cresciuto, il Välfärdsstatens, l’età d’oro della socialdemocrazia svedese.”

La Svezia rimase sotto shock e non molto tempo dopo avvenne anche l’incidente che causò la morte di Cliff Burton (il 27 settembre fuori Ljungby, nel sud del paese). Nicke: “Si respirava un clima di terrore, tutto andava male. Penso che ogni futura band di Swedish Death Metal fosse presente all’ultimo show dei Metallica con la formazione originale, tenutosi la sera prima dell’incidente. A quel concerto c’erano tutti: dopo quello show e la morte di Cliff in molti di noi hanno deciso di mettere su una band e cominciare a fare sul serio.”

Questo clima, assieme al disvelamento che in una società complessa, è assolutamente impossibile tenere ogni elemento sotto controllo, generò un ondata di orrore e creatività che contribuì alla nascita del Death metal svedese, una specie di rito collettivo che coinvolse migliaia di adolescenti, nel tentativo di esorcizzare il lezzo della morte che improvvisamente aveva fatto la sua comparsa nel paese delle fiabe dove erano cresciuti. Si tratta di un genere piu` legato all’heavymetal classico e all’hardcore, fra i cui antesignani vanno certamente contati gli svizzeri Celtic Frost. Gli argomenti delle canzoni “death” sono quasi sempre gli stessi: la morte, l’oltretomba, la necrofilia, e via rabbrividendo. Il genere era stato in un certo senso latente per decenni, e improvvisamente dilaga sui palcoscenici piu` prestigiosi del mondo per un pubblico inebriato dalle immagini piu` stomachevoli. Anche se talvolta la qualita` musicale e` talmente bassa da far pensare a dei macellai che abbiano imbracciato per la prima volta uno strumento e siano ossessionati da incubi macabri. E’ impressionante la quantita` di complessi che sono nati per sfruttare queste anguste premesse.