Due suore e un pacco di mulo…

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Steve Albini è conosciuto ai più per aver registrato in Utero dei Nirvana. Il fatto è che, oltre ad aver portato a termini quasi duemila registrazioni, ha anche suonato in band seminali ma sconosciute ai più, Big Black, Rapeman e Shellac. La seconda, oltre ad essere la più misconosciuta è anche stata la più incisiva e quella che ha registrato l’album migliore, “Two nuns and a pack mule”. Già a partire dal titolo, preso da un famigerato porno con scene esplicite di due suore con un accondiscendente mulo, salta fuori tutto lo humor macabro del nostro, capace negli anni, con i suoi testi al vetriolo di esplorare i recessi di arretratezza, odio, insicurezza e desideri nascosti dell’America profonda.

loser.jugem.ccDall’America profonda venivano anche gli altri due “stupratori”, Ray Washman e David Sims, dal Texas per la precisione. Non che fosse una scelta indolore mollare tutto e spostarsi a Chicago ma, situazione comune a molti altri outsiders, non avevano molte altre alternative se non tentare la sorte altrove dopo che l’esperienza con gli Scratch acid, uno dei più famosi gruppi post punk degli ottanta era finita. Tutti e tre erano accomunati dalle ristrettezze economiche, suonare in una band non era e non è molto remunerativo, tant’è che anche l’incisione di un disco era un impresa da compiere nel minor tempo possibile per abbattere i costi di studio. Fu una bella impresa e l’album uscì con una curatissima a custodia color metallo, una mossa insolita in ambiente underground/hardcore ma non tale da far indietreggiare la Touch and Go, la loro etichetta dell’epoca, organizzata cooperativamente e aperta ad innovazioni purché le vendite le sostenessero.