Dazzling killmen ma chi sono le vittime a St louis?

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Nell’estate del 2006 prendevo il treno da Chicago direzione St Louis. Che andavo a farci? Semplice, a far visita ad una mia lontana parente come tappa intermedia delle mie tre settimane a zonzo per gli states. L’avevo chiamata il giorno prima e ricordo che si era raccomandata di non attraversare il Mississippi una volta sceso dal treno. Boh, perché avrei dovuto attraversare il fiume? Era così vicino alla stazione? Di là dal fiume c’è l’ex ghetto nero! Ok, ma sono passati centocinquant’anni dall’abolizione della schiavitù… Comunque sia, dopo sette ore, invece delle sei previste a causa del sistema di segnalamento fuori uso, abbandonato per meglio dire, arrivo a costeggiare il Mississippi e scorgo un antico ponte in legno del tempo dei pionieri. Bellissimo, lo avranno conservato come memoria storica, non hanno poi molte cose antiche da queste parti. Mi sbagliavo, la locomotiva Amtrak da decine di tonnellate ci passa sopra seguita inesorabilmente da enormi vagoni! Attraversato il Mississippi ci fermiamo ad una stazione ridicola per una città da un milione di abitanti ma mi sa che il trasporto pubblico sia in stato di abbandono dai tempi di Charles Lindberg, ricordate lo Spirit of St Louis e la trasvolata dell’atlantico? Beh, da quell’impresa i grandi magnati fiutarono l’affare, abbandonarono le strade ferrate e investirono sull’aviazione civile sfruttando l’enorme pubblicità derivatane. Sul piazzale della stazione, in stato di semiabbandono, cerco un taxi, la mia destinazione è un quartiere residenziale a più di venti chilometri a ovest dal centro della città. Il tassista è etiope, parla inglese peggio di me e a questo punto il timore di finire nella giungla di cemento al di là del fiume schizza alle stelle, non sa neppure di preciso dove sia il quartiere di mia cugina, deve essere arrivato da poco… Per fortuna parla un po’ di’italiano, gli faccio chiamare Annalisa e con un mix di anglo-italiano, arriviamo a destinazione. Sembra la scena iniziale di velluto blu di lynchiana memoria: prati curati, villette monofamiliari tutte uguali prefabbricate e porte lasciate aperte, tanto i negri stanno a venti miglia! Manca solo il nonno che taglia l’erba e muore d’infarto…

oct-16-1993-flyer-783x1024Nei giorni successivi metto a posto qualche tassello. Il centro cittadino è praticamente abitato da impiegati di giorno e rimane deserto la notte, peccato perché dà sul Mississippi, un fiume di fango ma sempre maestoso. La città ha perso gran parte della popolazione, in misura anche maggiore di Detroit, che si è spostata nei sobborghi, lasciando nei quartieri immediatamente periferici la stragrande maggioranza dei neri. La visita al museo di storia, un bel lasciato della fiera universale del 1904 assieme al parco e al museo d’arte, racconta anche del ghetto nero, presente dall’ottocento quando nel Missouri la schiavitù era legale con tanto di regolare mercato. Non solo la ferrovia sembra essere rimasta agli anni ’30 però, anche il ghetto, che era sopravvissuto grazie ad una segregazione razziale mai realmente sparita, era ancora sostanzialmente in piedi. Quando nell’agosto del 2014 sono scoppiati i disordini a Ferguson proprio nel bel mezzo della contea di Saint Louis a maggioranza nera, non mi sono sorpreso più di tanto. Ho scoperto che era stabilmente la quarta città con più omicidi pro capite negli Stati Uniti e tra le prime cinquanta al mondo. I cittadini bianchi e benestanti ora si trovano a vivere in una condizione di accerchiamento, costretti ad abitare in quartieri lontanissimi dai posti di lavoro e soprattutto ossessionati dalla sicurezza, mandano i figli in scuole private, frequentano club privati e non si spostano dai loro quartieri residenziali se non per recarsi allo stadio, una specie di ghettizzazione mentale a rovescio. Pensare che l’unico concerto che avrei voluto vedermi era proprio a east St Louis, ma nessuno mi ci ha portò…

dec-30-1991-flyer-794x1024“Il problema è che nel nostro paese c’è una profonda mancanza di fiducia tra chi deve far applicare la legge e le comunità nere. In parte questo è dovuto all’eredità di discriminazione razziale. Ed è tragico, perché nessuno ha più bisogno di una buona politica delle comunità povere in cui i tassi di criminalità sono più alti.”

Barack Obama

http://ghettoamerica.blogspot.it/2006/05/east-st-louis.html